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al testo proposto da Tania Scavolini
Message in a bottle
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Impronte imprecise, passi che procedono irregolari seguendo le gobbe e gli avvallamenti della sabbia. Una lunga tunica bianca e piedi nudi che sporgono e affondano nei granelli umidi. Assorta nei suoi pensieri, tanto che potrebbe sfiorarla un’ala di gabbiano senza che se ne accorga, la dolce Emily oggi ha deciso di raccogliere le idee confuse e mettere ordine al suo immediato domani. I capelli che le coprono parte del viso, spettinati dal vento, quasi le impediscono di vedere dove mettere i piedi. Quella passeggiata però le ritempra lo spirito e le riempie i polmoni di aria buona, pulita.. l’aria salmastra del mare che è sempre stata per lei un tonico per le sue piccole sconfitte e delusioni. Ha lasciato Bruce dopo diversi anni di fidanzamento, una decisione maturata e non avventata, comunque sofferta. Si è come smarriti, confusi, senza rotta appena ci si lascia e bisognerebbe riprogrammare direzione, scali e approdi. La luce del sole è più intensa ora e qualcosa attira la sua attenzione già a distanza, un luccichio che è sempre più vicino. A qualche metro realizza di cosa si tratta. C’è una bottiglia trascinata dalla risacca che va avanti e indietro e il sole batte proprio sul vetro chiaro, creando stelline luminose. Di bottiglie vuote a volte capita di vederne, qualche giovane che la sera beve sulla spiaggia e poi non le getta nei cestini. Ma questa è diversa, non è la solita bottiglia di vetro scuro, è chiara e ora la vede bene che ci è arrivata a ridosso. Non è possibile, la bottiglia contiene un rotolino di carta! Le sembra uno di quei film romantici in cui lei trova una bottiglia sulla spiaggia con un messaggio al suo interno.. Le scappa un sorriso tra l’incredulo e il curioso, si guarda intorno, è sola. Sì perché si vergognerebbe da morire se la vedesse qualcuno. Non le rimane che prendere la bottiglia e aprirla, e la cosa la elettrizza. Stupide fantasie prendono possesso della sua mente in quegli istanti mentre si china, la raccoglie e la asciuga un po’ con la sua gonna. Il tappo è di sughero, la stappa come se fosse uno spumante per brindare a una nuova vita, un nuovo amore magari. Le mani le tremano un po’, il foglietto è un po’ difficile a recuperare, ma alla fine ci riesce. Non lo apre subito, chiede al cielo che la sovrasta e a quel mare che l’accompagna che possa regalarle un dono, non di preziosità, ma di serenità e lucidità per le sue scelte future. Si sente bene come mai si era sentita, il calore del sole sempre più benefico che accarezza la sua pelle. I gabbiani richiamano coi loro versi il suo sguardo, creando un gioioso balletto tra gli spruzzi delle onde. Una folata di vento più forte e il foglietto le scappa dalle dita, ma non si scopre delusa. Sta trattenendo tra le mani qualcosa di più grande, qualcosa di più forte: la fiducia per la vita. E guardandolo volteggiare nell’aria, sorridendo riprende i suoi passi.
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